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Scansione progressiva 

Nella scansione progressiva le linee del monitor vengono accese in sequenza dalla prima all’ultima, questa tecnica veniva usata per i monitor CRT dei computer ed è tutt’oggi utilizzata, dai monitor di ultima generazione, per la visualizzazione di contenuti ad alta definizione. Naturalmente per poter riprodurre un video su di un monitor a scansione progressiva bisogna che quest’ultimo sia stato acquisito con delle telecamere progressive. In una telecamera a scansione progressiva le linee che compongono il fotogramma vengono catturate tutte nello stesso istante, questo aspetto è molto importante per i sistemi di videosorveglianza perché in caso di fermo immagine il risultato che si ottiene sul monitor è simile a quello di una fotografia, aumentando così le possibilità che il malfattore o la targa della sua auto vengano riconosciuti. Uno svantaggio della tecnica a scansione progressiva sta nella maggiore larghezza di banda richiesta per il passaggio del segnale e nel maggior costo delle apparecchiature impiegate per gestire tale banda. Inizialmente anche le trasmissioni televisive venivano diffuse in progressive scan, questo però, oltre alla richiesta di una maggiore banda passante, introduceva ulteriori disturbi dovuti più che altro all’inadeguatezza dei vecchi sistemi televisivi. Uno di questi disturbi era lo sfarfallio dell’immagine ed era dovuto al fatto che mentre il pennello elettronico si accingeva ad accendere le ultime linee in fondo al monitor quelle in alto cominciavano a spegnersi creando una sorta di tremolio. Un altro tipo di disturbo era caratterizzato dalla visualizzazione a scatti delle scene veloci, ed era dovuto alla bassa frequenza (Frame Rate), con cui i vecchi sistemi acquisivano e riproducevano il video.

Scansione interlacciata

L’innovazione che ha risolto i problemi della scansione progressiva è stata l’invenzione del video interlacciato; nella scansione interlacciata le linee del monitor vengono accese in modo alternato, prima le pari e poi le dispari, sul monitor, quindi, non verrà riprodotto l’intero fotogramma ma due porzioni di esso chiamate campi (1 fotogramma = 2 campi), l’occhio umano, a causa di un effetto chiamato persistenza della visione, non percepisce questa divisione e vede il fotogramma nella sua interezza. L’introduzione della scansione interlacciata ha ridotto il problema dello sfarfallio ed ha dimezzato la banda passante richiesta, un campo necessita di una larghezza di banda pari alla metà di quella richiesta da un fotogramma intero. Il problema delle immagini a scatti è stato risolto grazie ad un escamotage degno di nota; in pratica acquisendo i due semiquadri o campi in due momenti leggermente diversi si da alle immagini di oggetti in movimento una maggiore fluidità; supponiamo di fare due foto istantanee di un auto in corsa, naturalmente nella prima istantanea il veicolo sarà leggermente più arretrato rispetto alla seconda, dall’interlaccio dei due fotogrammi se ne ottiene uno unico composto dalle linee pari della prima foto e da quelle dispari della seconda, questa immagine, riprodotta in sequenza con le altre, ci darà la sensazione di un movimento più fluido ed il nostro occhio non noterà la differenza. Quello che è stato un vantaggio per le trasmissioni televisive è però uno svantaggio per i sistemi di videosorveglianza, infatti facendo un fermo immagine di un video interlacciato il risultato a monitor è un’immagine composta dalle linee di due fotogrammi diversi e quindi leggermente sfalsata. 

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