Sistemi di rilevazione incendio

Io scopo di un sistema fisso di rivelazione incendio è quello di individuare e segnalare, nel minor tempo possibile, una condizione d’allarme incendio in modo da favorire un tempestivo esodo delle persone, degli animali, nonché lo sgombero di beni e l’attivazione dei piani di intervento e dei dispositivi di sicurezza e protezione antincendio.

I sistemi fissi di rivelazione incendio si dividono in automatici e manuali. Nel caso dei sistemi fissi automatici la condizione d’allarme viene rilevata grazie a dei sensori specializzati in grado di misurare le variazioni fisiche causate dalla presenza di un incendio (fumo, temperatura ecc..). I sistemi manuali, invece, sono costituiti da pulsanti e servono ad inviare una segnalazione d’allarme quando questa è rilevata dall’uomo. In entrambi i casi la segnalazione viene inviata ad una centrale d’allarme che ha il compito di segnalare l’allarme sia localmente, mediante l’attivazione di allarmi acustici e/o luminosi, che remotamente, magari attraverso un combinatore telefonico. L’altro compito della centrale è quello di attivare i sistemi di protezione come gli splinker o le porte tagliafuoco.

Criteri generali di progettazione.

Estensione della sorveglianza

Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione. 

All’interno di un’area sorvegliata, devono essere direttamente sorvegliate dai rivelatori anche le seguenti parti:

  • Locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione, nonché vani corsa degli elevatori, ascensori e montacarichi;
  • Cortili interni coperti;
  • Cunicoli, cavedi e passerelle per cavi elettrici;
  • Condotti di condizionamento dell’aria, e condotti di aerazione e di ventilazione;
  • Spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati.

Possono non essere sorvegliate dai rivelatori le seguenti parti, qualora non contengano sostanze infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici, ad eccezione, per questi ultimi, di quelli strettamente indispensabili all’utilizzazione delle parti medesime:

  • Piccoli locali utilizzati per servizi igienici, a patto che essi non siano utilizzati per il deposito di materiali combustibili o rifiuti;
  • Condotti e cunicoli con sezione minore di 1 mq, a condizione che siano correttamente protetti contro l’incendio e siano opportunamente compartimentati;
  • Banchine di carico scoperte (senza tetto);
  • Spazi nascosti, compresi quelli sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, che abbiano altezza minore di 800 mm, una superficie non maggiore di 100 mq, dimensioni lineari non maggiori di 25 m, e siano totalmente rivestiti all’interno con materiale di classe Al e Al FL secondo la UNI EN 13501-1,
  • Non contengano cavi che abbiano a che fare con sistemi di emergenza (a meno che i cavi non siano resistenti al fuoco per almeno 30 min secondo la CEI EN 50200);
  • Vani scale compartimentati;
  • Vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi purché facciano parte di un compartimento sorvegliato dal sistema di rivelazione.

Suddivisione dell’area in zone

  • L’area sorvegliata deve essere suddivisa in zone, in modo che quando un rivelatore interviene sia possibile individuarne facilmente la zona di appartenenza;
  • Le zone devono essere delimitate in modo che sia possibile localizzare rapidamente e senza incertezze il focolaio d’incendio;
  • Ciascuna zona deve comprendere non più di un piano del fabbricato, con l’eccezione dei seguenti casi: vani scala, vani di ascensori e montacarichi, edifici di piccole dimensioni anche se a più piani ciascuno dei quali può costituire un’unica zona distinta;
  • La superficie a pavimento di ciascuna zona non deve essere maggiore di 1600 mq;
  • Più locali non possono appartenere alla stessa zona, salvo quando siano contigui e se il loro numero non è maggiore di 10, la loro superficie complessiva non è maggiore di 600 mq e gli accessi danno sul medesimo disimpegno; oppure il loro numero non è maggiore di 20, la loro superficie complessiva non è maggiore di 1000 mq e in prossimità degli accessi sono installati segnalatori ottici di allarme chiaramente visibili, che consentono l’immediata individuazione dei locale dal quale proviene l’allarme;
  • I rivelatori installati in spazi nascosti (sotto i pavimenti sopraelevati, sopra i controsoffitti, nei cunicoli e nelle canalette per cavi elettrici, nelle condotte di condizionamento dell’aria, di aerazione e di ventilazione, ecc.), devono appartenere a zone distinte;
  • Deve inoltre essere possibile individuare in modo semplice e senza incertezze dove i rivelatori sono intervenuti
  • Si deve prevedere localmente una segnalazione luminosa visibile;
  • Se una medesima linea di rivelazione serve più zone o più di 32 punti, la linea deve essere ad anello chiuso e dotata di opportuni dispositivi di isolamento, conformi alla UNI EN 54-17, in grado di assicurare che un corto circuito o una interruzione della linea medesima, non impedisca la segnalazione di allarme incendio per più di una zona;
  • In una zona possono essere compresi rivelatori sensibili a fenomeni differenti purché i rispettivi segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione;
  • I punti di segnalazione manuale possono essere collegati ai circuiti dei rivelatori automatici purché i rispettivi segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione;

Criteri di scelta dei rivelatori

I rivelatori devono essere conformi alla serie UNI EN 54. Nella scelta dei rivelatori devono essere presi in considerazione i seguenti elementi:

  • Le condizioni ambientali (moti dell’aria, umidità, temperatura, vibrazioni, presenza di sostanze corrosive, presenza di sostanze infiammabili che possono determinare rischi di esplosione, ecc.), e la natura dell’incendio nella sua fase iniziale, mettendole in relazione con le caratteristiche di funzionamento dei rivelatori, dichiarate dal fabbricante e attestate dalle prove;
  • La configurazione geometrica dell’ambiente in cui i rivelatori operano;
  • Le funzioni particolari richieste al sistema (per esempio: azionamento di una installazione di estinzione d’incendio, esodo di persone, ecc.).

Criteri generali di installazione

Generalità

I rivelatori devono essere installati in modo che possano individuare ogni tipo d’incendio prevedibile nell’area sorvegliata fin dal suo stadio iniziale e in modo da evitare falsi allarmi. La determinazione del numero di rivelatori necessari e della loro posizione deve essere effettuata in funzione di:

  • Tipo di rivelatori;
  • Superficie e altezza del locale;
  • Forma del soffitto o della copertura quando questa costituisce il soffitto;
  • Condizioni di aerazione e di ventilazione naturale o meccanica del locale;
  • In ciascun locale deve essere installato almeno un rivelatore.

Criteri di installazione

Per i locali a soffitto (o copertura) inclinati valgono le seguenti prescrizioni aggiuntive:

  • Nei locali con soffitto inclinato formante un angolo con l’orizzontale maggiore di 20° si devono installare in ogni campata una fila di rivelatori nel piano verticale passante per la linea di colmo nella parte più alta del locale;
  • Nei locali con copertura a shed o con falda trasparente si devono installare in ogni campata una fila d rivelatori dalla parte in cui la copertura ha pendenza minore, ad una distanza orizzontale di almeno 1 m dal piano verticale passante per la linea di colmo;
  • La distanza tra i rivelatori e le pareti del locale sorvegliato non deve essere minore di 0,5 m, a meno che siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici o comunque ambienti aventi larghezza minore di 1 m;
  • Devono esserci almeno 0,5 m tra i rivelatori e la superficie laterale di correnti o travi, posti al disotto del soffitto, oppure di elementi sospesi, se lo spazio compreso tra il soffitto e tali strutture o elementi è minore di 15 cm;
  • I rivelatori devono essere sempre installati e fissati direttamente sotto il soffitto (o copertura), del locale sorvegliato;
  • L’altezza massima di montaggio dei rivelatori rispetto al pavimento deve essere < 8 m;
  • Nessuna parte di macchinario e/o impianto e l’eventuale materiale in deposito deve trovarsi a meno di 0,5 m a fianco e al disotto di ogni rivelatore;
  • In locali dotati di pavimento galleggiante l’altezza della trave deve essere misurata dalla superficie superiore del pavimento;
  • I rivelatori, ad eccezione di quelli posti a sorveglianza di oggetto, non devono essere installati dove possono venire investiti direttamente dal flusso d’aria immesso dagli impianti di condizionamento, aerazione e ventilazione. Qualora l’aria sia immessa nel locale attraverso soffitti a pannelli forati, ciascun rivelatore deve essere protetto dalla corrente d’aria otturando almeno tutti i fori posti entro il raggio di 1 m attorno al rivelatore stesso;
  • Per l’installazione dei rivelatori di calore a soglia di temperatura elevata (vedere UNI EN 54-5), quando non possono essere applicate le specificazioni della presente norma, si deve tenere conto delle indicazioni fornite dal fabbricante.

Nei locali con soffitto (o copertura) a correnti o a travi in vista i rivelatori devono essere installati all’interno dei riquadri delimitati da detti elementi tenendo conto delle seguenti eccezioni:

  • qualora l’elemento sporgente abbia una altezza <5% rispetto all’altezza massima del locale, si considera come soffitto piano;
  • qualora l’altezza massima degli elementi sporgenti sia maggiore del 30% dell’altezza massima del locale, il criterio di ripartizione dei rivelatori nei riquadri non si applica e ogni singolo riquadro viene considerato come locale a sé stante.

Se la configurazione del soffitto è tale da formare una serie dì piccole celle (soffitto a nido d’ape), allora, nei limiti del raggio di copertura stabilito, un singolo rivelatore puntiforme può coprire un gruppo di celle.

Il volume interno (V) delle celle coperto da un singolo rivelatore non deve superare:

– V= a (H – h)

dove:

– a è una costante dimensionale pari a 4 mq;

– H è l’altezza del locale, in metri;

– h è la profondità (altezza) della trave, in metri.